Anno: |
2024 |
Localizzazione: |
Roma, Italy |
Programma: |
Residenziale / Ristrutturazione / Interior design |
Superficie: |
130 mq |
Committente: |
Privato |
Oggetto: |
Progetto preliminare, esecutivo e direzione lavori |
Collaboratori: |
Arch.Giulia Marzocchi |
Comunicazione: |
Ph. Lorenzo Zandri |
Stato Di Progetto: |
Realizzato |
Casa Coo è il progetto di ristrutturazione di un appartamento nel rione Monti di Roma. Tra i palazzi a ridosso del parco del Colle Oppio, a poche centinaia di metri dalla Domus Aurea, sorge il Villino Brini – Meschini, piccolo e caratteristico esempio del barocchetto romano progettato dall’architetto Pietro Aschieri nel 1923, su commissione del duo di decoratori protagonisti dell’art nouveau Capitolina che danno il nome al palazzo.
Con una rampa di scale impreziosita da un corrimano in massello di ciliegio intarsiato, si raggiunge l’attico un tempo appartenuto al Brini, dove il pittore ha lasciato traccia del suo passaggio impreziosendo l’ultimo pianerottolo con un trompe l’œil che allude continuità con la finestra pentagonale sulla facciata principale.
Il committente, un chirurgo romano, desiderava ristrutturare la casa in chiave contemporanea con un’estetica pulita e minimalista ed adattarla alle esigenze della famiglia, privilegiando toni cupi e densi capaci di contrastare la luce naturale offerta dalla tripla esposizione dell’attico.
Dai sondaggi effettuati prima di dare il via al progetto si è scoperto che i controsoffitti del soggiorno e delle camere celavano un meraviglioso intradosso a voltine in pietra e travi in acciaio. Recuperare la vista del solaio ha consentito di esaltare il soggiorno e donargli altezza. Il vecchio parquet logorato dal tempo è stato sostituito da doghe di noce intervallate da doghe in rovere, con un intervallo che rispetta l’orditura delle travi del solaio. Il vecchio caminetto esistente è stato sostituito da un caminetto dall’estetica essenziale, rivestito in lastre di beton e sospeso su un basamento rivestito in microcemento che funge da panca a servizio del soggiorno e diventa il pavimento nella zona verandata, diventando un elemento di continuità formale e funzionale tra la dimora storica e la superfetazione.
Per mantere luminosità e questo rapporto con la terrazza, la cucina è stata pensata in acciaio ed è stata appesa alla struttura della veranda, risultando di fatto sospesa nello spazio. Se il pavimento, come detto, è la prosecuzione materica del basamento del camino, il soffitto è stato rivestito delle medesime doghe bicromatiche del soggiorno.